
La Death Positive Library: iniziative pubbliche contro la negazione della morte, di Davide Sisto
Si è diffusa in Gran Bretagna un’iniziativa culturale chiamata Death Positive Library. In alcune biblioteche è stato creato uno spazio specifico dedicato esclusivamente ai libri che si occupano di morte e di lutto da un punto di vista interdisciplinare. Voi cosa ne pensate? Ritenete che possa essere utile una versione italiana della DPL?

L’oblio dopo la morte: il piacere di essere una parentesi, di Davide Sisto
Quali porzioni della nostra identità vogliamo che restino una volta che non ci siamo più, quali invece vogliamo che scompaiano del tutto?Voi come vi rapportate con la possibilità dell’oblio post mortem? Attendiamo come sempre le vostre opinioni a riguardo.

Vulnerabilità, violenza e cura, di Marina Sozzi
Non ci sono scorciatoie, il percorso verso una buona cura è un percorso innanzitutto di crescita umana. Per questo buona parte della formazione che si fa in sanità dovrebbe riguardare la crescita umana necessaria per la buona cura, l’ascolto attivo, e le strategia per far prevalere l’istanza della cura sull’istinto della violenza. Che ne pensate?

La libertà va difesa a costo della salute? L’importanza della Death Education, di Davide Sisto
La libertà va a difesa a costo della salute? In un periodo come questo, è la salute – dunque la consapevolezza del carattere mortale della nostra vita – che va difesa a vantaggio dell’esercizio di una sterile libertà, che peraltro non ha mai presupposto la possibilità di fare tutto ciò che si vuole all’interno di uno spazio condiviso. Che ne pensate?

Carne digitale. La nostra presenza corporea nel mondo online, di Davide Sisto
Prendere coscienza che, oramai, siamo coinvolti emotivamente e fisicamente nella dimensione online è, a mio avviso, un punto di partenza fondamentale per cercare di comprendere i meccanismi della Rete e per affrontare con più raziocinio possibile le conseguenze della frequentazione dei vari luoghi online. La distinzione tra online e offline è obsoleta. A voi, come sempre, lo spazio per riflessioni e considerazioni.

L’OMS e il controverso rapporto con le cure palliative, di Marina Sozzi
Mi pare che ci sia ancora un grande problema culturale, di mentalità, che non permette alle cure palliative di assumere il ruolo che servirebbe. La pandemia lo ha dimostrato.
Che ne pensate? Siete d’accordo? Come vedete le cure palliative del futuro?

Le immagini del dolore altrui: empatia o distacco? di Davide Sisto
Il carattere mediatico del Coronavirus, a lungo andare, sembra aver prodotto quella forma di anestetizzazione a cui fa riferimento Sontag. Voi cosa ne pensate? Le immagini del dolore altrui generano in voi più empatia o più distacco?

Sulla terra in punta di piedi. Intervista a Sandro Spinsanti, di Marina Sozzi
Abbiamo intervistato Sandro Spinsanti sul suo ultimo libro: "Sulla terra in punta di piedi. La dimensione spirituale della cura". E voi cosa pensate della spiritualità? Ha a che fare con la consapevolezza della vulnerabilità di tutti gli esseri e della stessa terra sulla quale abitiamo?

Il virus e la morte rimossa? di Davide Sisto
Sono ricorrenti, in questo periodo, le riflessioni che stabiliscono una correlazione tra la prudenza di fronte al Covid e la rinuncia a vivere, effetto della negazione della morte. In realtà, la consapevolezza della mortalità non ha alcun rapporto con la temerarietà e, soprattutto, con la mancanza di rispetto della vita e del dolore altrui.

Consapevolezza della morte e leadership. Intervista a Barbara Carrai, di Marina Sozzi
Abbiamo intervistato Barbara Carrai sul tema della leadership spirituale. La consapevolezza della morte e della vulnerabilità è un'ottima consigliera per i leader, ma anche per tutti gli esseri umani. Cosa ve ne pare di quest'esigenza di una formazione dei leader ad accogliere la loro mortalità?

Cosa vuol dire morire? Riflessioni a partire da un fatto di cronaca, di Davide Sisto
E' fondamentale parlare della morte a tutte le età, a partire dall’infanzia. Ma per poterne parlare in maniera consona e vincente da un punto di vista educativo è necessario, in primo luogo, che gli adulti si sforzino di sottrarsi alla rimozione e al tabù. Cosa ne pensate?

Intensiva.it, di Marina Sozzi
I rianimatori si stanno interrogando sul proprio operato e sull’appropriatezza delle terapie e degli interventi, e stanno lavorando per migliorare la comunicazione con pazienti e familiari, nell’ottica di un’umanizzazione dei reparti di terapia intensiva. Cosa pensate del progetto intensiva.it? Avete esperienze dirette o indirette di terapia intensiva?

La Digital Education nei percorsi formativi degli operatori sanitari, di Davide Sisto
Vige, soprattutto in Italia, un atteggiamento moralizzatore sull’utilizzo delle tecnologie digitali, figlio di un pregiudizio che nuoce alla società intera. Ritenete importante che si faccia una sana Digital Education anche in ambito medico? Attendiamo le vostre opinioni.

Quale cura per una medicina sordomuta? di Sandro Spinsanti
Auspichiamo un salutare “contagio” che parta da medici, infermieri, psicologi e altri operatori schierati sul fronte delle cure palliative e si estenda a tutti i professionisti che intervengono nel percorso di cura. Che le orecchie si aprano, che le lingue si sciolgano: che la comunicazione onesta impregni la medicina intera.
Quale opinione avete su questo urgente problema della medicina, quello della formazione dei medici a una comunicazione onesta? Avete sperimentato su di voi gli effetti di una comunicazione disonesta?