I Curatori

Marina Sozzi

Avevo cinquantadue anni e una figlia ventenne nel momento in cui ho cominciato a scrivere questo blog, nel 2012. Da molti anni mi occupavo di studiare come gli uomini si rappresentano, temono, sfidano o accettano il proprio morire; e come piangono, seppelliscono, ricordano e onorano i propri morti. Studiare la morte è un eccellente paio d’occhiali per guardare alla nostra società, alle altre società contemporanee e a quelle del passato.

Riflettere sulla fine della vita porta anche a non poter ignorare la sofferenza, e a cercare modi affinché, nella nostra cultura, sia possibile condividere il dolore, e vincere almeno la solitudine di chi soffre. Per cercare le risposte a questo interrogativo ho diretto, per anni, una fondazione dedicata al tema della morte, e oggi dirigo (siamo nel 2022) un’associazione che si occupa di cure palliative, SAMCO.

Davide Sisto

Sono un filosofo torinese appassionato di romanticismo tedesco e di musica rock. Fin da adolescente profondamente colpito dalla precarietà della vita, mi occupo, da una decina di anni, del significato che la morte riveste all’interno della vita e del modo in cui la sua presenza incide in relazione alla costruzione dei nostri rapporti umani e del nostro sentire.

Nei miei libri e nei miei studi sul tema mi interessa, soprattutto, capire come le nuove tecnologie abbiano mutato il nostro legame con la morte e l’immortalità e aiutare me stesso e le altre persone ad affrontare il senso di spaesamento e di dolore che generano la perdita e la consapevolezza della mortalità. Credo che solo nella coscienza della propria finitezza si nasconda l’arma segreta per crescere e migliorare costantemente se stessi, contribuendo a rendere più umano il legame sociale

Ana-Cristina-Vargas

Sono un’antropologa colombiana, vivo in Italia da molti anni, sono mamma di due figli e ho una straordinaria famiglia allargata che riempie di colore e di emozioni la mia vita. Ho trascorso la prima parte della vita in un contesto fortemente segnato dalla violenza e, non a caso, nelle mie prime ricerche mi sono concentrata sul conflitto armato. Nel 2004, grazie a Marina Sozzi e alla Fondazione Fabretti, ho cominciato a occuparmi della morte e, nel farlo, ho realizzato quanto questo tema muovesse corde profonde in tutte le società umane. La voce delle persone che ho potuto incontrare e intervistare mi ha spinta ad avvicinarmi sempre di più alle sofferenze del lutto e alle emozioni del fine vita. Ho dunque sentito l’esigenza di integrare la mia formazione, mi sono laureata in Psicologia e attualmente mi sto specializzando in psicoterapia a orientamento psicodrammatico.