L’importanza della gentilezza, di Cristina Vargas
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La gentilezza si esprime attraverso gesti come salutare la persona malata con un sorriso; ascoltare con attenzione le sue parole; fare domande più ampie rispetto alla mera anamnesi clinica o al monitoraggio dei sintomi; mostrare interesse; avere pazienza. Pensate che il concetto di gentilezza sia utile per riflettere sulla cura? Avete esperienze di pianificazione condivisa delle cure, da curanti o da pazienti? Attendiamo, come sempre, il vostro contributo.
Come si parla di suicidio sui social network? di Davide Sisto
Se proviamo a osservare con più attenzione i contenuti che si celano dietro gli hashtag su TikTok, cogliamo il tentativo generale di parlare di suicidio evitando il più possibile luoghi comuni o stereotipi. In particolare, dai racconti di coloro che dicono di aver pensato di togliersi la vita o di aver tentato di farlo, senza riuscirci, emerge il desiderio di non cercare facili nessi di causa-effetto, ritenuti perlopiù consolatori. Voi che ne pensate?
La morte è un evento naturale? di Marina Sozzi
Ha ancora senso parlare di "morte naturale"? Non dovremmo, in accordo con la filosofia e la prassi delle cure palliative, riconoscere che la morte è un evento culturale? Che ne pensate?
I gruppi “condotti” di supporto al lutto: una risorsa nel lutto complicato, di Cristina Vargas
A partire dalla propria esperienza personale, Cristina Vargas ci parla di cosa sono e di come funzionano i gruppi di sostegno al lutto condotti da uno psicoterapeuta. Cosa ne pensate di questo strumento di aiuto? Avete avuto esperienze in merito?
La dimensione sociale del morire: l’esempio virtuoso del Kerala, India, di Marina Sozzi
In India, nello stato del Kerala, è in corso un interessante esperimento, quello di coinvolgere le comunità nella cura di morenti e persone in lutto. Credete che si tratti di un'esperienza esportabile? Attendiamo i vostri interessanti commenti, come sempre.
La tanatologia nei percorsi universitari, di Davide Sisto
Davide Sisto narra la sua esperienza di insegnamento della tanatologia all'Università di Torino. E rileva una notevole curiosità, dopo una fase di spaesamento, che ha indotto molti studenti a chiedere la tesi su temi tanatologici. Che ne pensate? Pensate sia opportuno inserire insegnamenti come questi all'università?
La memoria delle vittime di femminicidio, di Cristina Vargas
In questo articolo Cristina Vargas esplora il ruolo della scultura, della performance e di altre manifestazioni artistiche dedicate alla memoria delle donne vittime di femminicidio, nella costruzione di una rappresentazione sociale della violenza di genere, un fenomeno che fino a pochi decenni fa non aveva nemmeno un nome proprio. E voi che opinione avete su questi nuovi linguaggi di commemorazione?
Il modello delle cure palliative è vincente? di Marina Sozzi
L'ultimo sondaggio sulle cure palliative, del 2023, ci dice che la conoscenza e l'opinione che gli italiani ne hanno è molto migliorata. Non è una buona ragione per sedersi sugli allori, ma questi dati ci permettono di misurare il percorso fatto, e di continuare con maggior fiducia il lavoro di sensibilizzazione dei cittadini e di formazione dei medici. Che ve ne pare?
Il rifiuto della nostalgia e la ricerca del “per sempre” di Davide Sisto
E' interessante notare che c'è una contraddizione tra il ritorno della morte nel discorso pubblico, di cui abbiamo già parlato in questo blog, e l'avversione che mostriamo nei confronti del passato e della nostalgia, grazie alle possibilità di attualizzazione che offre la tecnologia. Che ne pensate? Anche voi notate questa tendenza al rifiuto della nostalgia?
Intervista a Giuseppe Amato, medico-scrittore, di Marina Sozzi
Abbiamo intervistato Giuseppe Amato, medico internista e scrittore, che ha da poco pubblicato due volumi di una distopia, nei quali è descritta una violenta dittatura sanitaria, fondata sulla religione dell’immortalità fisica. L’accanimento terapeutico è la prassi, estremizzato fino alla plastificazione dei corpi, mentre è severamente vietato accompagnare con dolcezza le persone alla morte naturale. Solo pochi dissidenti si oppongono a questo regime perverso, e le loro avventure ci tengono con il fiato sospeso.
Benché la redazione di questo blog non condivida in toto alcune affermazioni contenute nelle risposte di Giuseppe Amato, che a noi paiono troppo pessimistiche e un po’ catastrofiste sulla medicina, sulla tecnologia e sul mondo contemporaneo, tuttavia pubblichiamo. Si può dire morte è soprattutto uno spazio di confronto. E certamente in queste righe ci sono anche molte considerazioni sulle quali val la pena riflettere. Buona lettura, e aspettiamo con curiosità i vostri commenti.