
La vita estranea. Intervista a Mario Balsamo, di Marina Sozzi
Abbiamo intervistato Mario Balsamo, regista documentarista e scrittore, che sta realizzando un documentario su un hospice e che ha scritto un romanzo sulla fine della vita. Siete d'accordo con quanto afferma?

La doppia morte degli indigeni wayuu, di Ana Cristina Vargas
Per i wayuu la morte fisica e la morte sociale sono due cose diverse. La permanenza, per questo popolo, è saldamente ancorata alla memoria: tramandare il ricordo di chi muore è l’unico modo per prolungare l’esistenza e per preservare la presenza simbolica dei defunti. Lo spirito muore quando nessuno tra i vivi ricorda più quella particolare persona.
Cosa ne pensate di questo modo di coltivare la memoria e di permettere l'oblio?

Il valore della morte, di Marina Sozzi
Senza la morte, sta scritto nel Rapporto della Commissione Lancet sul "valore della morte", “ogni nascita sarebbe una tragedia”, e la civiltà sarebbe impossibile. La morte è un meccanismo omeostatico necessario alla vita. Cosa pensate di questo termine, valore, attribuito alla morte? Vi riconoscete in questa posizione o ritenete che sia da ripensare?

Normalità e trauma: la paura della morte in tempi di pandemia, di Cristina Vargas
Forse come società non siamo diventati migliori - come nelle prime settimane della pandemia speravamo – ma i cambiamenti individuali fondati su una nuova e più consapevole rappresentazione della vita, in cui la finitudine è presente ma non diventa un pensiero angosciante, sono un primo passo da cui partire per ripensare il nostro futuro. Che ne pensate? Voi come avete vissuto la paura in questi due anni?

After life, una salubre rappresentazione del lutto, di Davide Sisto
Ciò che rende brillante After Life è la capacità di non reprimere in alcun modo il legittimo e autonomo bisogno di sentirsi disperati all’interno di una società che, totalmente votata alla performatività e alla forza psicofisica di stampo machista, vede il dolore come un negativo segno di debolezza. Voi cosa ne pensate?

Parlare della morte con gli adolescenti: una sfida che dobbiamo raccogliere, di A. Cristina Vargas
Gli interventi formativi sul fine vita rivolti ai giovani, specialmente quando si usano metodologie partecipative e si dà spazio alla loro voce, sono momenti preziosi per promuovere una maggior consapevolezza su questo tema e per sviluppare risorse importanti di fronte alle sfide inevitabili dell’esistenza come la resilienza, la capacità di auto-osservazione e l’ascolto reciproco. E voi che ne pensate? Quali sono le vostre esperienze, positive o anche faticose, nel parlare della morte con gli adolescenti e i giovani?

La Death Positive Library: iniziative pubbliche contro la negazione della morte, di Davide Sisto
Si è diffusa in Gran Bretagna un’iniziativa culturale chiamata Death Positive Library. In alcune biblioteche è stato creato uno spazio specifico dedicato esclusivamente ai libri che si occupano di morte e di lutto da un punto di vista interdisciplinare. Voi cosa ne pensate? Ritenete che possa essere utile una versione italiana della DPL?

Le DAT alla luce del Covid, di Marina Sozzi
Come lasciare le proprie disposizioni anticipate di trattamento tenendo conto del Covid? Cosa è accaduto in pandemia? Proviamo a fare una riflessione insieme.

La narrazione guidata e l’elaborazione del lutto, intervista a Nicola Ferrari, di Marina Sozzi
Abbiamo intervistato Nicola Ferrari, che da anni si occupa di sostegno al lutto, sulla strategia di elaborazione chiamata "narrazione guidata": cosa pensate di questo approccio? lo conoscevate? pensate possa essere adeguato all'elaborazione del lutto?

C’è bisogno di cure palliative in RSA, di Marina Sozzi
Avete esperienze che riguardano la cura in RSA? Cosa pensate dell'auspicio che vi sia una formazione alle cure palliative in queste strutture per anziani?