Un blog rinnovato
Cari amici e lettori, non scrivo da un paio di mesi, e voglio raccontarvi cosa è accaduto in questo periodo, e quale evoluzione avrà questo blog.
Vi parlo prima di tutto di me. Un anno e mezzo fa ho voluto coinvolgervi nella mia esperienza di malattia, e vi sono davvero grata per la vicinanza che molti di voi mi hanno dato, scrivendomi e chiamandomi. So che vi farà piacere sapere che il cancro col quale faccio i conti da allora è in completa remissione: per parlare di “guarigione”, per questa patologia, è presto (occorre lasciar passare i fatidici cinque anni), tuttavia la mia speranza di vita si è di nuovo allungata, e approfitto di questo post per dire grazie anche ai medici che mi hanno curata: il dottor Paolo Morato, il mio medico di famiglia, che mi ha fatto fare una PET perché non capiva un mio dolore “intercostale” (salvandomi così la vita); il dottor Alessandro Comandone, il mio oncologo, per la sua grande competenza e umanità; il dottor Rovea, che ha scartabellato per trovare la mia cartella clinica di vent’anni fa, e mi ha inviata a Milano; il dottor Beltramo, a Milano, con la sua straordinaria terapia, ancora poco conosciuta, il Cyberknife. Grazie anche all’équipe del Day Hospital del Gradenigo, a Torino, dove mi sono sentita a casa.
E veniamo al blog: ho scritto poco, in questo periodo, perché mi sono occupata di me e dell’associazione che ho fondato. Infine Onlus rappresenta infatti, per i contenuti che avete spesso letto in questo blog, il passaggio all’azione. Si occupa di aiuto alle persone in lutto e di cultura del morire e del post mortem, e affronta in molti modi anche il tema della vecchiaia e delle malattie spesso connesse con l’invecchiare, da quelle croniche alle diverse forme di demenza. Cerchiamo di aiutare gli altri (e noi stessi) a vivere meglio tutti i nodi difficili dell’esistenza, attraverso la consapevolezza, la solidarietà, il sostegno: valori che ad Infine Onlus cerchiamo di praticare, sebbene non sia facile nella nostra complessa ed egocentrica civiltà. Infine Onlus è un’associazione, quindi un’impresa collettiva, con tutto ciò che di bello e di difficile questo progetto porta con sé.
E’ giusto, quindi, che il blog Si può dire morte non sia solo a immagine del mio pensiero, ma che rispecchi maggiormente i diversi contributi che molti giovani studiosi e professionisti stanno offrendo all’associazione. Pur con il mio coordinamento, credo che Si può dire morte sarà più ricco di spunti e riflessioni, con post più regolari, se diverse persone collaboreranno ad alimentare il dibattito.
Sporadicamente, ci sono già stati nel mio blog altri interventi: ma ora questa pluralità di voci si farà sentire maggiormente. E in primo luogo mi sta a cuore presentarvi subito un giovane tanatologo, filosofo come me, che mi aiuterà nel compito di proporre temi e animare questo luogo di condivisione virtuale: Davide Sisto.
Inoltre troverete su questo blog anche il tema dell’invecchiare. Non sottovalutate l’importanza della riflessione sulla vecchiaia. Come non si può dire morte, oggi non si può pronunciare la parola “vecchio”: ci avete pensato? E’ in opera la medesima negazione. Il vecchio, e ancora più la vecchia, ci ricordano la mortalità. E cerchiamo, pertanto, di non pensarci, a come invecchieremo, e a cosa possiamo fare per invecchiare con maggiore serenità.
Spero che vi interesserà provare, invece, a pensarci, a raccogliere anche questa sfida. A presto, dunque!
Marina sei sempre eccezionale! Grazie.
Grazie a te, a voi!
Cara Marina,
grazie delle buone notizie: congratulazioni!
La vecchiaia, penso, la dobbiamo gestire con le nostre aspettative: chi si fa curare per ogni disagio che da giovane non aveva, diventa senza dubbio paziente cronico. Chi, invece, riesce a vivere con i disagi della sua età, ha la gioventù eterna e non è disturbato da cure e ricoveri. Chi ha una certa età, non dovrebbe aspettarsi di poter vivere come prima. La vita contiua a trasformarsi!
Tanti abbracci, Marinus
il solo sapere che stai meglio mi fa sentire meno depresso del solito, spero tu possa riprendere a scrivere sul blog in modo continuativo, personalmente ultimamente avevo riscontrato un numero eccessivo di aforismi cosa che non amo più di tanto, come sempre considero che per me Torino è lontano, e con esso anche Infine Onlus, sempre vicino a te almeno con il pensiero, ciao ciao ciao angelo
Marina, grazie per il tuo “rinnovato” entusiasmo.
Ti ho seguito dall’inizio del tuo blog, ti ho incontrata ad una conferenza a Lucca, ti ho apprezzata per il contributo naturale al tema della morte e letto molti tuoi saggi. Avrei voluto seguirti più da vicino anche nelle iniziative successive ma anche per me Torino è lontano.
Ho lasciato un po’ da parte il tema del fine vita perché, oltre che ineluttabile, è più aleatorio rispetto alla vita “corrente” , specialmente alla vecchiaia, quale momento di vita ancora ricca e creativa.
Seguirò con attenzione la nuova stagione di questo blog.
Fernando Guidi
Sono una vecchia signora di 82 anni con diagnosi di prossima cecità per una forma avanzata di glaucoma atipico a pressione normale. Sono anche abbastanza sorda ma vivo come se tutto questo non fosse vero. Lavoro molto nel volontariato, vivo e viaggio da sola, forse con un po’ di incoscienza ma almeno…vivo! Sono pienamente d’accordo con Marinus: accettiamo di essere vecchi e viviam al meglio la nostra età avanzata ma ancora ricca di sentimenti, emozioni ed inaspettate avventure! Marinella cellai
Che meraviglia, Marinella, leggerla! Spero di invecchiare come lei… e devo dire che mi ci sto impegnando! marina
Bentrovata! E felicissima delle buone notizie sulla tua salute!
Complimenti per le iniziative così controcorrente: una vera boccata d’ossigeno in questo mondo conformista, pauroso e sterile di idee e progetti autentici. Brava. Grazie di cuore
Grazie sempre Marina, felicissima per le buone notizie relative al “percorso salute”!
C’è davvero bisogno di ridare alla vecchiaia il posto che le spetta nella nostra vita. Un posto importante per chi ci arriva. Condivido ciò che scrivono Marinella e Marinus .La prima regola è appunto accettarsi nelle naturali trasformazioni che l’età porta con sé e serenamente gioire della possibilità che ci è data di essere prossime/i alla Cima e di poter quindi godere d’ un più vasto Panorama!
Esulto insieme agli altri con un evviva con battito di mani per la salute di Marina . Ci voleva il tuo entusiasmo e la tua capacità di coinvolgere cara Marina per farmi scrivere su un scoial che come sai non mi trova cosi “disinvolta”. Conto pero di far parte del tuo blog e dialogare con le persone che sono collegate a te ed a INFINE . Mi piace la disussione sulla vecchiaia e sulla caducità . Considero per quanto mi riguarda , un privilegio essere vicina alla soglia dei 60 anni ed anche la “la calma esistenziale” che sto trovando dentro di me da quando mi sento una sessantenne…mi piace. Mi piacerebbe approfondire questo tema su diversi fronti: Il bisogno dell’uomo di sognare l’eterna giovinezza accanto al al bisogno di lasciar traccia del suo passaggio sulla terrra sembra contenere insieme il bisogno di camminare quindi di esplorare e di”usurarsi ” e allo stesso tempo e in contraddizione apparente di “fermare” tutto sottraendolo all’usura del tempo e della vita. Come se volessimo indossare un vestito e “viverlo” e allo stesso tempo tenerlo nel cellofan dentro l’armadio per ammirarlo ogni tanto. vorrei riflettere con voi sulle contraddizioni del nostro rapporto con la vita. Se ne accettiamo lo scorrere accettiamo l’usura e quindi la vecchiaia… eppure ci è difficile
Bella immagine, proprio vera. Spero ti venga spesso il desiderio di commentare e scrivere! m.
Cara Marina,
da molto tempo non vedevo il tuo blog. Il tempo è sempre tiranno e sono rare le occasioni come questa in cui trovo il tempo per leggere e scrivere con calma. Mi dispiace non aver seguito le vicende di salute che ti hanno coinvolta e mi fa piacere che tu abbia affrontato con grinta (quella che ho letto sempre tra le righe di quello che scrivi) e positività.
La vecchiaia è un tema che mi sta a cuore come la morte. Sono momenti inevitabili, “passaggi” che fanno parte della nostra vita e che non possiamo non affrontare cercando di farlo nel miglior modo possibile.
io ho passato da poco la sessantina. quando ero giovane guardavo mia madre di 57 anni e pensavo quanto fosse vecchia: io avevo 24 anni meno di lei e mi sembrava che ci dividesse un secolo. avevo però un grande rispetto, molta ammirazione e grandi aspettative riguardo le persone anziane. oggi io mi sento come una quarantenne, a parte gli acciacchi di salute, la minore resistenza, la maggior lentezza nel fare, ma lo spirito è quello di sempre: positivo, attivo, proiettato in avanti e sono pronta a condividere la mia esperienza con chi me lo chiede. e lo faccio con molta gioia.
Quello che mi colpisce rispetto al tema della vecchiaia è l’atteggiamento dei giovani di oggi, rispetto ai vecchi. sembra che tutto ciò che ci avevano insegnato quando eravamo giovani sia venuto meno. non tutti ovviamente hanno un atteggiamento negativo ma soprattutto la generazione dei 35/45 enni sembra aver paura di confrontarsi anzi di voler quasi evitare di ammettere di aver bisogno dell’esperienza, della saggezza e di tante altre cose che si possono trovare negli anziani. quando ero alle elementari ricordo di aver scritto un un tema su questo argomento e già allora avevo esposto con le parole di una bimba di dieci anni, le mie riflessioni sulla piacevolezza di ascoltare quello che mi insegnava un vecchissima zia saggia”. Gran parte delle mie scelte, della mia esperienza e di tutto quello che ho imparato nella vita la devo a tante persone “anziane” cui ho fatto riferimento e dalle quali ho imparato tantissimo sia per la vita quotidiana che per la mia professione. Mi piacerebbe condividere con te e con altri qualche riflessione su questo tema. Grazie per il lavoro che fai e auguri per questo tuo Blog che cercherò di seguire con maggiore assiduità compatibilmente con il tempo che ho. sempre sperando di conoscerti prima o poi ti saluto cordialmente.
Bea
Cara Beatrice, grazie per le tue parole, e ricorda che il blog è sempre aperto ad altri contributi. E vieni spesso a commentare!
Felice ritorno!
Seguo il blog da un po’ e … lavoro al Gradenigo ma scopro solo ora che sei nostra ospite!
Grazie Gianluca… se incontri i colleghi, e tutti gli operatori che lavorano al Day Hospital…dì loro grazie per me.
Ciao Marina,
felicissima di ritrovarti pimpante e propositiva. Soprattutto felicissima di sapere che stai meglio. La parola “remissione completa” riferita ai miei amici mi fa sempre scodinzolare di gioia. Un abbraccio!
Molto felice per le ottime notzie di salute, grazie per occuparsi di vecchiaia, ogni volta che lo sguardo o il pensiero si posano su mio padre mi domando “Perchè” e non trovo risposte, forse non ci sono, grazie per renderci questa vita un pò meno insensata.
Grazie Daisy e Paola, spero di essere all’altezza delle aspettative!
cara Marina, purtroppo anch’io sono lontana da Torino, ma, da quando ho avuto il grande piacere di conoscerti ad Arezzo, non ho smesso di seguirti attraverso il tuo blog. È tutto interessante, attuale e ricco di spunti che fanno riflettere e ringrazio te e la tua associazione Infine. Sono lieta della bella notizia circa la tua salute e ti mando tantissimi auguri, con simpatia e stima. Un abbraccio
Felicissima per le notizie che ti riguardano… Sei un grande insegnamento di vita…grazie Marina!!! A presto spero❤️
Ciao Marina, sono felicissima per te! E’ una notizia stupenda.
Questo momento della mia vita in cui ho una bambina di due anni e una mamma di 74 con diagnosi di demenza senile, il tema della vecchiaia mi sollecita molte riflessioni, dubbi e paure ma anche una gran voglia di vivere ancora di più di prima ogni attimo della vita in modo profondo proprio con mia figlia e mia madre…
Un abbraccio a te e un saluto a tutti
Grazie Anna, Franca, Federica, riflettere con gli altri è incommensurabilmente più bello! non potrei più fare a meno del dialogo instaurato con questo blog! marina
Cara Marina, non ti nascondo che il tuo lungo silenzio dopo che ci eravamo scritti mi aveva fatto preoccupare… Sono felice per te e per il buon decorso della tua malattia, e contento di aver ritrovato la tua voglia di fare, con tutto l’entusiasmo e la forza che ti contraddistinguono, e col sito così rinnovato da nuovi propositi e persone.
La vecchiaia, sì, argomento spinoso come la morte. A oltre 60 anni, guardando avanti, il percorso si accorcia: e, se si guarda indietro, può coglierci una vertigine. Però io, caratterialmente, sarei come te, sempre “giovane” dentro e pieno di entusiasmo e di iniziative: la vita, sono convinto, va vissuta fino in fondo, e non mi preoccupa la scarsa considerazione dei giovani per gli anziani (ci sono eccezioni, e ne sono testimone); piuttosto, al contrario, è un segnale un po’ inquietante la volontà di questi ultimi di continuare a “fare” i giovani ad ogni costo, rimuovendo l‘avanzare dell‘età. Lo sarei, attivo ed pieno di passioni – lo sono sempre stato – se non quando penso a malattie gravi e invalidanti tipiche della vecchiaia e, in caso di ipotesi di morte, il distacco dagli affetti. E purtroppo, contrariamente al tuo, il mio cancro, già in recidiva, in questi ultimi mesi si è messo a correre (sono nella fase degli esami, resa complicatissima dalla nuova sanità nazionale), e so che per ora non esistono terapie risolutive. Però, al tempo stesso, volevo dire: spaventa più l’idea del cancro e del pericolo di morte quando si naviga nel buio delle diagnosi; poi, quando ci si è dentro, mi viene da pensare: è successo a tanti, ci passerò anch’io, e non sarà poi così terribile, anche nella peggiore delle ipotesi..
Personalmente ho trovato molto giovamento, riguardo il problema di mio fratello disabile, in un gruppo di lavoro e sostegno di fratelli e sorelle di disabili, qui a Milano (sarei stato felice di averne uno anche durante l‘assistenza di mia madre, negli ultimi anni ammalata di demenza senile). Ne ho cercato uno analogo per malati di cancro, ma senza successo. Come più volte è stato detto, questa malattia ammutolisce anche molti amici, che non sanno cosa dire e spesso si allontanano. Mentre quello di cui si ha soprattutto bisogno è il dialogo e il senso di affettuosa vicinanza. Che è più facile trovare in chi ci sta passando o ci è passato, ma a volte anche da persone che non ti aspetti.
Un caro saluto.