La mappatura digitale dei cimiteri, di Davide Sisto
Il 2 novembre 2021 l’Osservatore Romano ha riportato la notizia del recente e ambizioso progetto tecnologico della Church of England: vale a dire la mappatura digitale dei suoi quasi ventimila cimiteri sparsi in tutto il territorio britannico. Il progetto, la cui realizzazione necessita di circa sette anni di lavori, ha preso il via presso l’antica chiesa di Saint Bega, all’interno della Diocesi di Carlisle, ed è il frutto della collaborazione tra la Church of England e la Atlantic Geomatics, una società che si occupa specificamente di rilevamento topografico. Il primo obiettivo è quello di inaugurare durante la primavera 2022 il sito web che permetterà agli utenti provenienti da tutto il mondo di accedere liberamente alla topografia di ogni cimitero. Si prevede che ogni operatore impegnato in questo innovativo progetto sarà in grado di rilevare circa nove o dieci siti cimiteriali al giorno, usufruendo di apparecchiature di scansione laser montate su uno zaino, nonché GPS e telecamere. In tal modo, i topografi dovrebbero velocemente mappare i vari luoghi cimiteriali, fotografando ogni singola lapide. L’Osservatore Romano evidenzia, quindi, come tutti i dati, a mano a mano che verranno raccolti, saranno uniti ad altre informazioni, «come quelle del National Biodiversity Network Atlas, per presentare quello che intende essere il quadro più completo dei cimiteri fino ad oggi redatto in Inghilterra».
Come viene indicato all’interno del sito web ufficiale della Church of England, la mappatura digitale dei quasi ventimila cimiteri inglesi è funzionale ai bisogni tanto delle piccole comunità locali, nel caso in cui vogliano ricostruire la loro storia, quanto delle singole persone, offrendo loro la possibilità di ritrovare informazioni utili sui propri cari defunti e sugli antenati, stando comodamente davanti allo schermo del proprio computer o del proprio smartphone. Ogni utente del sito web potrà visitare tutti i cimiteri del paese, potendo vedere in tempo reale la posizione dei loculi. Appositi registri digitali renderanno possibili ricerche di natura storica senza dover recarsi fisicamente all’interno dei vari cimiteri. Infine, la collaborazione con diverse società che si occupano di ricerca genealogica online dovrebbe rende particolarmente preciso il lavoro di mappatura, alleviando pertanto il lavoro amministrativo delle varie parrocchie.
Questo progetto della Church of England è l’ultimo di una lunga serie di singole iniziative volte a mettere a frutto le tecnologie digitali in vista di una visita interattiva ai cimiteri di tutto il mondo. Nel corso degli anni sono nate numerose applicazioni per smartphone (penso – per esempio – a Find A Grave) il cui obiettivo è permettere di viaggiare virtualmente tra le tombe dei cimiteri di tutto il mondo, magari ritrovando le tombe dei personaggi storici. Ma, finora, queste iniziative sono risultate alquanto sporadiche e imprecise, dal momento che presuppongono un lavoro di mappatura lungo e complesso, che non può essere realizzato senza i necessari finanziamenti. La Church of England pare, invece, intenzionata a rivoluzionare in modo concreto le caratteristiche delle ricerche e delle visite ai cimiteri, ampliando quell’idea di vivere dentro spazi oramai digitalmente integrati che connota l’epoca contemporanea. Tra QR Code sulle tombe, che permettono di accedere a un numero sempre più cospicuo di informazioni relative al defunto, le enciclopedie dei morti, con cui si identificano già oggi i social media come Facebook, e la mappatura digitale dei cimiteri ci ritroveremo, molto probabilmente, in un futuro prossimo in cui le storie personali degli individui deceduti saranno ricche di dati e descrizioni biografiche, poste all’interno di ricostruzioni genealogiche in grado di contrastare gli effetti naturali dell’oblio.
Dal mio punto di vista, questo tipo di iniziative sono molto affascinanti e non tolgono assolutamente nulla al piacere individuale di recarsi a far visita fisicamente ai propri cari nel singolo cimitero locale. Semmai, ampliano le possibilità di conservare la memoria di chi non c’è più, offrendo l’ennesima dimostrazione di come la rivoluzione digitale stia intercettando quasi più la presenza spettrale dei morti che quella delle persone in vita.
Voi, cosa ne pensate della mappatura digitale dei cimiteri? Attendiamo, come sempre, i vostri commenti.