Come un altro mondo: i gruppi AMA e il lutto
Tutti voi sapete che perdere una persona cara può essere un’esperienza tragica, che agisce scombussolando il quotidiano, mettendo in discussione i punti di riferimento, le certezze costruite nell’arco di una vita. Come affrontiamo oggi questa realtà? La nostra società, che fatica a nominare la parola morte, non è attrezzata per far fronte al lutto degli individui: tende a interpretarlo come disagio psicologico, e a delegare i casi troppo dolorosi alle psicoterapie.
Tuttavia, una soluzione, umana e solidale, è oggi presente e si va diffondendo anche in Italia, i gruppi di auto mutuo aiuto (AMA) sul tema del lutto, iniziati da Enrico Cazzaniga a Milano più di un decennio fa. Se volete trovare dove sono in Italia, date un’occhiata a questo link http://www.automutuoaiuto.com/lutto/mappatura.html.
I gruppi AMA rappresentano un’efficace risorsa per chi ha vissuto una perdita importante, e trovano il loro fondamento in alcuni principi: il rispetto, la solidarietà, la valorizzazione della relazione, il prendersi cura dei nuovi membri. Principi che ricordano molto i valori costitutivi delle comunità tradizionali, oggi frammentate e scomparse, di cui i gruppi potrebbero essere una rivisitazione contemporanea.
Di seguito, in sintesi, le principali funzioni dei gruppi:
1) Aiutare i partecipanti al gruppo a esprimere i propri sentimenti (dolore, nostalgia, paura, rabbia, senso di colpa, solitudine) senza il timore di essere giudicati.
2) Sviluppare la capacità di riflettere sulle proprie modalità di comportamento, soprattutto qualora siano orientate a non superare il dolore della perdita.
3) Aumentare le capacità individuali nel far fronte ai problemi (compito fondamentale per coloro che si erano appoggiati, psicologicamente o nell’organizzazione della vita quotidiana, alla persona defunta).
4) Incrementare la stima di sé, delle proprie abilità e risorse, lavorando su una maggiore consapevolezza personale.
5) Facilitare la nascita di nuove relazioni, combattendo così il senso di solitudine creato dalla perdita, ridando dignità alla sofferenza, che diviene condivisibile.
6) Promuovere uno stile di vita a sostegno della salute individuale, familiare e sociale.
In genere, nonostante l’importanza che riveste questa metodologia dell’aiuto, non sono molti gli studi che si occupano di approfondirne il funzionamento e di riflettere sul loro significato.
Per questo, vi segnalo con vero piacere il libro Come un altro mondo. Pratiche di socializzazione dell’esperienza della perdita dentro e fuori la Rete, della sociologa Alessandra Micalizzi: partendo dai risultati di un’approfondita ricerca empirica, il libro entra nel merito delle caratteristiche dei gruppi di auto mutuo aiuto dedicati a questo tema, senza trascurare l’auto mutuo aiuto presente in Rete. Questo il link per guardare o acquistare il libro su amazon: http://www.amazon.it/altro-mondo-Tecnologia-societ%C3%A0-ebook/dp/B0094MRXJG/ref=sr_1_2?s=digital-text&ie=UTF8&qid=1362841035&sr=1-2
Qualcuno di voi ha partecipato, o sta partecipando a gruppi di auto mutuo aiuto? E’ un’esperienza che vi è stata d’aiuto? La fareste se vi trovaste a soffrire per una perdita?